Facebook 360.

Facebook 360.

Chantal Bombaci No Comments

Lo sapete, a noi di marketing a colori piace condividere idee, esperienze, opinioni e nuovi progetti. Oggi un nuovo amico ci parlerà di un argomento molto interessante che, oltre al lato divertente racchiude delle grosse potenziali ai fini di marketing e visibilità.

Lui è Alessio Fusè:

Come tutti quelli della mia generazione sono cresciuto seguendo i progressi dell’informatica… dai primi rudimentali elaboratori alle più recenti tecnologie.Dal 2000 ho fatto di quella che era la mia passione per la tecnologia un lavoro. Oggi mi dedico nell’aiutare le piccole imprese ad ottenere tutti i benefici dall’adozione di Internet con sistemi di proximity marketing e tecniche di local search basate su Google Maps e Google My Business. Dal 2015 solo Fotografo Certificato Google per il programma Google Street View”

Alessio Fusè


Avete mai provato a caricare su Facebook un’immagine a 360 gradi?
A sei mesi dal lancio di questa tecnologia sul Re dei Social, chiunque può postare queste immagini in maniera semplice e divertente.

E’ sufficiente scattare una foto a 360 gradi con il tuo smartphone utilizzando un’app che lo permetta o una macchina fotografica a 360, pubblicarla su Facebook come si farebbe con una normale foto e il gioco è fatto. Facebook riconoscerà il formato in automatico e lo convertirà in una coinvolgente foto a 360 gradi che potrà essere esplorata dai vostri amici.

Grazie a Facebook 360 le immagini si potranno guardare in modo interattivo, garantendo ad ogni persona un posto in prima fila e dando la possibilità di “entrare” in luoghi nuovi: un “virtual tour” all’interno di un locale, un’abitazione o al centro di una piazza in giro per il mondo.

Da queste immagini a 360 gradi nasce l’idea di un nuovo progetto partito a Febbraio: One Day All Around e identificato con l’hashtag #onedayallaround.

One Day All Around è  nuova esperienza fotografica da seguire tutti i giorni sulla pagina Facebook di  Informaticapratica (facebook.com/informaticapratica)

#onedayallaround una foto panoramica al giorno per tutto il mese di Febbraio e le immagini saranno facilmente identificabili nel News Feed: basterà cercare l’icona della bussola sul lato destro della foto. Esplorare le foto a 360 gradi è semplicissimo: da mobile è sufficiente toccarla e trascinarla, oppure inclinare il telefono, mentre da desktop è possibile cliccare sopra la foto stessa e trascinarla.
Nel post di ogni immagine troverete anche un link esterno dove avrete la possibilità di esplorare il Tour Virtuale completo dell’azienda con la tecnologia di Google Street View.

Non vi resta che immergervi nella realtà aumentata di Informaticapratica – Google Trusted.

Articolo di Alessio Fusè (plus.google.com/+AlessioFusè)

Sito Web: www.informaticapratica.it

 

I Colori del SEO

Chantal Bombaci No Comments

SEO, un acronimo che sta per Search Engine Optimization , tre lettere fondamentali per ogni strategia di Web Marketing. Per questo abbiamo intervistato un collega di grande esperienza nel settore.

La parola a Daniele Muscarella, laureto in Ingegneria Informatica, si occupa di SEO per la sua web agency vidacms.it e per il portale di web reputation difesareputazione.it.

 


 

 

1 – Prima domanda: Come riuscire nell’ardua impresa dell’ottimizzazione sui motori di ricerca?

Banalmente vorrei risponderti che fare un buon lavoro SEO significa piazzare i propri contenuti nei primi posti delle SERP corrispondenti a tutte le keywords più ricercate. E’ evidente che tutti i webmaster vogliono la stessa cosa e che quindi, usando un termine tanto caro a Google, c’è moltissima competitività sulle keywords più popolari. Fare un buon lavoro oggi significa innanzi tutto identificare all’interno dei servizi/prodotti che si vuole proporre la giusta nicchia nel quale ottenere ottimi risultati. In america si usa dire “niche is rich” perché oggi la SEO si concentra sulle ricerche a coda lunga. Se ad esempio la mia azienda vende e produce gelati è molto difficile ottenere la prima posizione sulla ricerca “gelati”, è molto più proficuo lavorare su keywords come “gelati senza lattosio” o “gelati artigianali”, probabilmente la frequenza delle ricerche sarà minore ma gli utenti che hanno utilizzato la ricerca a coda lunga è molto più profilata e probabilmente interessata all’acquisto di chi magari ha cercato genericamente “gelati”.

2 – Cosa risulta essere necessario per creare dei ”contenuti di qualità”?

L’obiettivo di Google è quello di offrire ai propri utenti il miglior servizio possibile con Google Search. Vuole in pratica che i contenuti mostrati siano quelli realmente più interessanti rispetto ad una determinata ricerca. Un sistema quasi “naturale” e ben lontano dalle manipolazioni e dagli errori dei sistemi di 10 anni fa. Google premia quindi i contenuti di qualità, e all’interno di questo semplice aggettivo racchiude svariati parametri, dalla naturalezza del testo, la giusta disposizione dello stesso, l’evidenziazione delle parti più interessanti, l’integrazione con foto e video (il 2015 ed i primi mesi del 2016 hanno evidenziato la crescita esponenziale dell’interesse verso i contenuti video), e soprattutto l’originalità dei contenuti.
3 – A proposito di Inbound link: come gestirli?

Sebbene oggi abbia veramente meno importanza di un tempo è sicuramente ancora utile avere una buona referenziazione dei propri contenuti. Oggi più che ieri però bisogna stare attenti alla qualità di questi referenziatori, evitando con cura quelli “generalisti” in stile directory, cercando invece di ottenere guest post con inbound link su siti/blog popolari e famosi sull’argomento corrispondente ai contenuti che vogliamo promuovere.

4 – Andiamo un po’ sul personale, quale tra i social network è per te il più efficace in un’ottica SEO?

A dire il vero la maggior parte dei social network pubblicano i link con l’attributo no-follow e quindi in teoria non hanno alcuna valenza per la strategia SEO. Google in realtà ha cambiato radicalmente l’approccio con cui analizza i social network per valorizzare il posizionamento dei contenuti, dando maggiore importanza a tutti i profili e le pagine con molto seguito e con un alto numero di interazioni e condivisioni. Premia quindi l’autorevolezza della fonte (da qui il sempre maggiore interesse per quei profili con moltissimi follower, i così detti “influencer”) ancora una volta nel modo più “naturale” possibile. In tal senso ritengo che oggi sia Facebook quello che più di tutti può aiutare in ottica SEO.

5 – E’ il momento del linguaggio in codice: keywords, tag html, rich snippet. Parlaci di queste terrificanti creature.

Tutto il lavoro di SEO on-page è fondamentale. Non bisogna usare pratiche di over-optimizing ma seguire le indicazioni che lo stesso google fornisce nella sua Google Search Console. In tal senso i meta tag “description” ed il tag “title” sono ancora oggi molto importanti (anche perché sono parte dello snippet del tuo contenuto nelle SERP) e sono importanti anche i tag di heading e gli altri evidenziatori. Tutte le informazioni aggiuntive come i rich snippet e i dati strutturati sono parimenti importanti così come tag specifici per le condivisioni (le twitter:card e i meta open graph). In generale direi che un sito tecnicamente ben strutturato rispecchia quella “qualità” a cui facevamo riferimento anche sopra.

6 – Esponici ora una strategia per te efficace.

Io ritengo che aggiungere informazioni testuali ai link ed alle foto sia fondamentale. In tal senso gli attributi “title” ed “alt” andrebbero sempre aggiunti ai rispettivi tag.

7 – L’importanza di un sito ottimizzato per mobile, è necessario per raggiungere il nostro obiettivo?

Direi che in questo caso si dovrebbe parlare di penalizzazione. I siti non responsive sono sicuramente penalizzati nel posizionamento e quelli tecnologicamente adeguati vengono evidenziati con la dicitura “mobile friendly”. Le statistiche ormai dicono chiaramente che l’accesso ad internet avviene principalmente da dispositivi mobile. E’ ovvio che Google voglia proporre ai propri clienti contenuti che funzionano bene da smartphone e tablet.

8 – Nell’era dei Blog, cosa ci puoi dire a riguardo?

Il blog consente di aggiornare frequentemente il proprio sito. Qualche anno addietro Google ha rilasciato un algoritmo premiante in questo senso (“Google Freshness Update” o “Caffeine 2.0”). Inoltre un blog può essere utilizzato per referenziare parti del sito. E’ sicuramente utile.

9 – Velocità, compressione, interfaccia ‘user friendly’, pulizia del codice html, quanto impattano questi elementi?

Anche in questo caso direi che sono parametri che rientrano nel concetto generico di qualità. A quale utente piace aspettare svariati minuti prima di vedere apparire un contenuto sul proprio smartphone, magari perché impegnato a scaricare pesantissimi script? A nessuno suppongo! Ecco, questo google lo sa ed evita quindi di proporre siti non ottimizzati o troppo lenti.

10 – E’ il tuo grande momento, vai con la domanda (e la risposta) che non può assolutamente mancare agli sgoccioli di questa intervista.

Beh la domanda giusta poteva essere: è un lavoro semplice e dai risultati immediati? No, assolutamente. Bisogna analizzare ogni azione intrapresa valutandone gli effetti, bisogna aggiornarsi costantemente, bisogna utilizzare strumenti di monitoraggio, lavorare a stretto contatto con il cliente con trasparenza e professionalità evitando di apparire come quelli che sanno usare la “bacchetta magica”. Le magie non esistono.

11 – Qual è secondo te un buon investimento SEO per E-commerce?

Come ho detto nella premessa direi che investirei nella ricerca della giusta nicchia di mercato e magari in qualche buon influencer sociale.

12- L’algoritmo dei nostri giorni che faccia ha?

L’algoritmo cambia continuamente, per lo più con aggiornamenti che penalizzano le pratiche deprecate di over-optimizing. A Google non piace essere “fregata”.

la_mucca_viola_Godin

La Mucca Viola

Chantal Bombaci No Comments

Dario Patriarchi, Marketing & Project Manager

Romano di 30 anni, una formazione in comunicazione e marketing e un’esperienza da project manager,collabora con diverse aziende come consulente di marketing strategico e diretto, affinando il metodo “Marketing Planner”. Oggi ci consiglia come distinguersi tra i tantissimi competitors.



la_mucca_viola_Godin

Se Non sei VIOLA.. Non Vendi

Seth Godin, ha scritto numerosi libri su come incominciare un business usando il marketing, sottolineando la necessità di essere sempre oltre l’ordinario,“straordinario”. E ne ha scritto uno in particolare, davvero fondamentale per chi ha un business proprio: La mucca viola. Farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone.

Godin usa le mucche come esempio: immaginiamo per un momento un prato pieno di mucche, una mucca viola spicca subito, te la ricordi per forza, è l’immagine “straordinaria”. Almeno fino a quando ogni mucca non diventa viola…

Questa semplice immagine sottolinea una cosa molto importante, finché non ti distingui dalla massa, sei invisibile. E se tu sei invisibile, come fai a vendere? Il punto è che oggi hai proprio la necessità di creare un prodotto o una azienda appunto “straordinaria”.

Il libro di Godin (di cui consiglio assolutamente la lettura) si può riassumere in questa domanda:

Come puoi aspettarti risultati straordinari senza essere straordinario?

Facciamo un esempio…

Prendiamo il caso che il nostro business è un sito internet.

Ci sono molti siti, che sono ben disegnati, hanno un aspetto professionale, si scaricano velocemente, ma sono tutti uguali, sono noiosi. L’idea che un business sicuro e non rischioso sta dilagando ora anche su internet e ottiene il risultato di creare tanti siti uguali, tanti siti fotocopia…

Mettiamo il caso che tu fossi il buyer di un’azienda e stai compilando una lista di clienti potenziali attraverso una ricerca su internet… fai questa lista e alla fine noterai che sono tutti uguali.. nessuno esce dalla massa…

Un sito diverso invece dovrebbe spiccare, te lo ricorderesti. Accetterai anche il fatto che non sarà ben visto da qualcuno. Ma questo va bene, tu sarai impressionato e coloro che lo useranno e compreranno (davvero o metaforicamente in base al sito) diranno ad altre persone che ne avranno usufruito. E così via.

Come si fa a impressionare?

Continuiamo con l’esempio del sito web… per capire ad esempio come fare il design è abbastanza semplice. Fai una lista dei siti dei tuoi “top competitors

” e dì all’agenzia che ti fa il sito che non vuoi niente di simile!

Ricorda a questi ragazzi che sono dei creativi e fagli gustare il sapore di questa sfida, in questa maniera dovresti raggiungere il risultato di avere un sito che spicca, che è differente, che porta valore nel tuo business.

Al fine di far funzionare tutto questo, il sito ha bisogno di adattarsi con il posizionamento complessivo dell’organizzazione. Dovrà avere ovviamente l’aspetto più naturale possibile. Non vi è alcun problema nella creazione di un sito web di colore rosa, solo perché tutti gli altri usano il giallo. E questo è il vero trucco, in particolare nelle organizzazioni B2B, magari creare qualcosa di fantasioso e diverso, pur rimanendo fedele alle linee guida dei marchi più conservatori.

Oltre l’abito…

Ci sono molti elementi su cui puoi lavorare per differenziare il tuo sito dalla concorrenza, come ad esempio: i contenuti, la navigazione e il design complessivo.

Scusatemi se faccio un esempio ovvio…

Uno dei più famosi esempi di un sito che non ha mai seguito la moda è Google. Da sempre Google si è differenziato usando due elementi principali, il design complessivo e i contenuti. Bene, al momento è stato proprio il vuoto di contenuti che ha determinato il suo successo. Mentre tutti gli altri motori di ricerca impacchettavano più informazioni sulla pagina possibile, (come ad esempio Yahoo).. Google non ha messo nulla sulla sua home page, se non i risultati di ricerca e il design più pulito e meno ingombrante possibile.

L’altro vantaggio di Google è stato la sua abilità di rimandare risultati che erano anche vagamente rilevanti sulla query di domanda (forse cercavi…?) è un fatto poi molto interessante che comunque ancora oggi, nonostante abbia affermato il suo predominio, è ancora un colosso che detta mode e punta alla differenziazione e all’originalità dagli altri…

Come ho detto prima, Google è un esempio ovvio… ma quanto vorresti pagare per essere l’esempio ovvio nel tuo settore?

In conclusione

Siti web e business non possono permettersi di essere invisibili per non correre rischi ed essere al sicuro.

” Quello che una volta veniva considerato sicuro, ora non lo è più. Quello che ora è il rischio è diventato uno standard.” Edward Hasting Evas

Dario Patriarchi,

Marketing & Project Manager

Consulenza Marketing Realizzazione Siti Web